Il direttore artistico di “Una Stagione a 4 Stelle – Gilberto Idonea”, che da anni si svolge al Teatro Metropolitan di Catania, attende risposte concrete: «Finché la politica non ristabilirà parametri accettabili è inutile pubblicizzare riaperture impossibili. Considerata l’incertezza del momento ci sembra più onesto e rispettoso nei confronti del nostro pubblico restare in silenzio»
Il decennale di “Una Stagione a 4 Stelle” il cartellone teatrale creato del compianto Gilberto Idonea nel segno della sicilianità, e di cui ha preso le redini il figlio Alessandro, rischia di non celebrarsi. Colpa del Covid-19, o meglio di quel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 giugno 2020 che impone un massimo di 200 spettatori per i teatri al chiuso.
«Per noi che gestiamo i nostri abbonati su tre turni in un teatro da 1800 posti, il Metropolitan di Catania, è impensabile una riapertura a queste condizioni – tuona Alessandro Idonea -, e pur avendo pronto il nuovo Cartellone, che per nostra abitudine presentiamo al pubblico in occasione dell’ultimo spettacolo di Stagione, non ce la sentiamo di promettere qualcosa che, di fatto, non dipende da noi.
Riaprire il sipario con soli 200 spettatori significa andare subito in rosso o, peggio, dover imporre biglietti dai costi stratosferici… impensabile! Finché non saranno ristabiliti dei parametri accettabili, riteniamo inutile pubblicizzare riaperture impossibili. Noi siamo fermamente convinti che il teatro sia e debba continuare ad essere una forma di intrattenimento per tutti, e che la gente debba tornare a teatro in piena rilassatezza, oltre che in sicurezza. Vogliamo quindi rassicurare il nostro pubblico sul fatto che “Una Stagione a 4 Stelle – Gilberto idonea” ripartirà sicuramente non appena le condizioni ce lo permetteranno. Ma, considerata l’incertezza del momento, ci sembra più onesto e rispettoso nei confronti di chi ci segue da anni, anzitutto i nostri abbonati, attendere dalla politica nazionale e regionale una revisione delle misure di sicurezza restando in silenzio, piuttosto che pubblicizzando cartelloni che neanche noi al momento sappiamo se potremo portare in scena. Non appena sarà possibile, come amava dire mio padre Gilberto alla fine di ogni Stagione, Jemu avanti, sicuru sicuru!»