Il 26 luglio il festival internazionale di folk e world music, organizzato dall’associazione Darshan con la direzione artistica di Mario Gulisano, parte con le attività diurne di workshop di danze e laboratori di canto. Un’esperienza immersiva quella del festival siciliano dove i concerti serali – in calendario i baschi Korrontzi, l’italo-australiani Santa Taranta con i canti dei migranti, gli ungheresi Las Burekas, e lo sleeping concert di Alfredo Giammanco – sono la chicca finale
Alkantara Fest, il festival internazionale di folk e world music organizzato dall’associazione Darshan con la direzione artistica di Mario Gulisano, giunto alla ventesima edizione, è una comunità che ama sì la musica, ma anche la natura, il buon cibo e il rapporto con gli altri. «Da diversi anni ormai non ci rivolgiamo più solo a fruitori di singoli eventi musicali – aggiunge Gulisano – ma a persone che vogliono vivere un’esperienza totale, perché partecipare ad Alkantara Fest significa far parte di una collettività, vivere una esperienza unica e irripetibile. E i concerti sono la colonna sonora di un’esperienza immersiva, lunga almeno quattro giorni».
Da venerdì 26 a domenica 28 luglio non ci sarà tempo di annoiarsi: yoga, workshop di danze popolari e tradizionali, laboratori di canto e altro sono in programma, dal mattino al primo pomeriggio, nel villaggio di Alkantara Fest (all’interno dell’azienda agricola Il Pigno di Pisano, in Via Pennisi Petrone 8). Il programma di venerdì 26 luglio partirà alle 9 con una seduta di Yin Yoga di Caterina Allegra accompagnata dalla musica dal vivo di Riccardo Gerbino (tabla) e Bronagh Slevin (violoncello), e prosegue alle 10 con la lezione e jam di Movimento Somatico e Contact Improvisation del ballerino e acrobata Daniele Sardella. Alle 17 è in programma il workshop di danze basche con il gruppo spagnolo Korrontzi e alle 18.30 il workshop Intuitive voice con il gruppo slovacco Neha!.
I concerti serali si apriranno alle 21 sul World Stage con il live dei baschi Korrontzi. Il gruppo è stato formato 20 anni fa da Agus Barandiaran, suonatore di trikitixa (fisarmonica diatonica basca) per dare alla musica popolare basca, e anche ai suoni ancestrali e tradizionali della sua terra, un aspetto più moderno e contemporaneo. Per ottenere questa nuova sonorità, si è circondato di stili musicali più moderni e si è avvalso dell’aiuto e dell’unione di strumenti come il mandolino, il basso elettrico, il contrabbasso o le percussioni. La formazione: Agus Barandiaran (trikitixa, voce), Alberto Rodriguez (mandolini, voce), Kike Mora (basso), Ander Hurtado De Saratxo (percussioni), 2 ballerine della compagnia di danza tradizionale basca Oinkari Dantza Taldea.
Le musiche folk dei migranti italiani in Australia saranno al centro del secondo set – ore 22 sul Nufolk stage – con “Sonu – Songs From The Homeland”, un viaggio musicale creato dal gruppo folk Santa Taranta, di base a Melbourne, che presenta un misto di musiche originali e folk del Sud Italia, pizziche, tammurriate, stornelli, polche e qualche serenata d’amore con uno stile fresco e contemporaneo. Belle canzoni, storie e voci prendono vita in questo spettacolo emozionante e pieno di vita, canzoni che parlano di migrazione, amore e perdita, speranza e vita in un nuovo Paese. Il progetto “Sonu” si basa su una selezione di registrazioni sul campo archiviate alla National Library of Australia negli ultimi 40 anni. Il compositore, polistrumentista ed etnomusicologo Salvatore Rossano ha studiato queste storie e canzoni, unendole alle sue nuove composizioni per creare una vivace esperienza della musica popolare italiana con un nuovo tocco. Anche Francesco Bufarini da molti anni lavora con la musica tradizionale e le danze italiane. Emiliano Beltzer è un chitarrista e bassista proveniente dall’Argentina, con un background in musica classica, jazz, rock e folk. Hayley Egan è una cantante e linguista con esperienza nel campo della world music e dei cantastorie tradizionali.
Il terzo set – alle 23 sul Kaki Stage – vedrà protagonisti gli ungheresi Las Burekas. Dai sotterranei di Budapest, Las Burekas sono un caotico guazzabuglio di musicisti itineranti che esplorano le proprietà curative della musica da ballo ritmate dei Balcani, dell’Europa orientale e dell’America Latina. Alan Arefiev (fisarmonica/voce), Fabio Padua (violino/clarinetto), Dani Sikos (batteria/percussioni) ed Emilio Maggiore (basso), operano secondo i principi tradizionali dei villaggi: danze popolari, consumo di liquori fatti in casa e dormite nella foresta, pur continuando a rimanere in contatto con le loro antiche radici nella moderna vita cittadina.
La serata di venerdì si concluderà alle 24 sull’Avocado Stage con lo “sleeping concert” del producer e sound designer palermitano Alfredo Giammanco, un’esperienza di musica e riposo, di suoni e meditazione, di vibrazioni e rigenerazione. Compositore, musicista elettronico ed elettroacustico Giammanco ha scritto colonne sonore e sound design per film e teatro. Le sue performance possono essere classificate tra la drone music e la sound art. Utilizzando sintetizzatori analogici, laptop e altri dispositivi insoliti, costruisce lentamente un muro di suono per creare strutture e architetture sonore complete. È il direttore della Music in the Circle Open Orchestra.
La XX edizione di Alkantara Fest- International folk and world music festival è resa possibile grazie al sostegno di MIC – Ministero della Cultura; Regione Siciliana – Assessorato del Turismo e Spettacolo; Unione Europea – Europa Creativa; Comune di Catania – Catania Summer Fest; Parco archeologico Naxos Taormina; Puglia Sounds; Comune di Zafferana Etnea; Comune di Acireale; Comune di Santa Venerina.
Biglietti: pass per 1 giorno (laboratori e concerti) € 35; solo concerti € 15. Info su https://www.alkantarafest.it/tickets/