La stagione estiva del Teatro Agricantus di Palermo si conclude domenica 22 settembre con il testo scritto a quattro mani da Beatrice Monroy e lo stesso Sergio Vespertino che in scena vestirà i panni dell’omerico guerriero di Itaca, alla ricerca di sé stesso
Si conclude la XXVII edizione del “Palermo Non Scema Festival”, la stagione estiva del Teatro Agricantus che per la prima volta quest’anno si è svolta al chiuso, piuttosto che nella consueta isola pedonale di via XX Settembre.
Domenica 22 settembre alle ore 18 il palco del teatro diretto da Vito Meccio ospiterà “Ulisse racconta Ulisse”, testo scritto a quattro mani da Beatrice Monroy e Sergio Vespertino, che narra le vicende di Ulisse arrivato alla corte dei Feaci, quando il grande viaggio e le grandi avventure sono ormai alle spalle. Adesso nel mondo incantato di Alcinoo dove l’ha accolto Nausicaa, ha un solo obiettivo: essere trasportato a casa da una delle navi magiche di quel popolo caro a Poseidone.
Qui inizia il racconto di Ulisse interpretato da Sergio Vespertino che incarna in scena l’abilità e l’astuzia di Odisseo. Prima di tutto si presenta con il nome che lui pensa in quel momento sia l’unico a rappresentarlo: «il mio nome è odio», dice per iniziare e cominciare a tessere le vicende di un guerriero, ma soprattutto di un reduce costretto a compiere un lungo percorso per ritrovare Ulisse e non essere più Odisseo.
Così, narra da reduce, tutte le guerre producono reduci, uomini che hanno vissuto l’inferno e che non sono più in grado di tornare indietro. A lui invece, ma non ai suoi compagni che moriranno tutti nel grande viaggio del ritorno durato dieci anni, è concessa questa opportunità. Lui può tornare a casa ma per tornare è necessario che si purifichi e prenda conoscenza del mondo, della madre terra, di tutti gli elementi di cui lui, guerriero, non solo non si è accorto, ma verso i quali ha compiuto azioni violente.
Così il passaggio essenziale è Circe, la maga. Lei, infatti, gli apre le porte dello sconosciuto e gli permette l’attraversamento tra profezie di Tiresia, Sirene, Ciclopi, venti di Eolo e così via. Alla fine del suo racconto, eccolo nel mondo dei Feaci a dire: «il mio nome è Ulisse» e va verso Itaca trasportato da una nave magica. Nell’ultima parte, Ulisse non ha più voce ma è solo un puntino all’orizzonte, una vela latina, mentre da Itaca, guardando il mare e il padre di nuovo fuggito, ci parla Telemaco che ha il compito di riportare il regno di Itaca alla normalità dopo la grande strage dei Proci. Adesso Ulisse è un senza nome, lì sulla barchetta è un uomo in cerca di altri mondi, è l’avventura e la ricerca dell’intera umanità.
Il teatro diretto da Vito Meccio, sostenuto dalla Regione Siciliana – Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo e dal Ministero dei Beni Culturali, si fermerà solo qualche giorno prima di ripartire giovedì 10 ottobre con la programmazione invernale.
INFORMAZIONI
Ingresso: € 18, ridotto € 16. Biglietteria on line https://www.agricantus.cloud/ https://agricantus.organizzatori.18tickets.it/
Biglietteria: via XX Settembre, 80 Palermo, martedì e mercoledì h 11-13.30 e h 17-20;
da giovedì a sabato h 11-13.30 e h 18.30-22; domenica h 18.30-22. Telefono 091.309636.