Dopo aver diretto il teatro ennese per cinque anni, il poliedrico artista torna sul palco del teatro della sua città con un nuovo testo scritto dall’autrice
ragusana Costanza Di Quattro e diretto alla regia da Moni Ovadia
Teatro Garibaldi Enna, “Barbablù”, giovedì 5 dicembre ore 20.30
Una favola antica, un racconto marcatamente noir i cui contorni rosso sangue attraggono e ripugnano. Una favola vera, immersa fra castelli incantati e chiavette magiche, amori infiniti e amori tragicamente distrutti. E’ “Barbablù” la nuova produzione del Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano di Milano che vede in scena il poliedrico artista-cantastorie Mario Incudine nei panni del cattivo per eccellenza, che giovedì 5 dicembre alle ore 20.30 inaugura la stagione “Flussi continui” del Teatro Garibaldi di Enna organizzata dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Maurizio Di Pietro, di cui è stato direttore artistico dal 2014 alla scorsa stagione.
Lo spettacolo, basato sul testo della giovane autrice ragusana Costanza Di Quattro, si avvale di una ricca colonna musicale firmata dallo stesso Incudine ed eseguita dal vivo da Antonio Vasta, mentre la regia è firmata da Moni Ovadia, con il quale da anni Incudine ha stretto un proficuo sodalizio artistico.
In un luogo senza spazio, in un tempo che non c’è, Barbablù si racconta al pubblico attraverso un delirio surreale di lucida follia. Diverso da quello che la letteratura ci ha propinato negli anni, questo Barbablù si apre e si confida, racconta di essere stato e di continuare ad essere. Lui, nella sua essenza di uomo, di bambino ferito, di amante frustrato, di figlio non amato. Lui, uomo del suo tempo per ogni tempo, eterno insoddisfatto, cruento assassino, instancabile amante.
Un intenso monologo che racconta la storia del cattivo per eccellenza, i setti amori vissuti – che rivivono grazie alle voci fuori campo di Marianella Bargilli, Roberta Caronia, Lella Costa, Elisa Di Dio, Mirella Mastronardi, Elisabetta Pozzi, Amanda Sandrelli, Silvia Siravo e Pamela Villoresi – le sette vite distrutte fino all’ultima, l’unica per la quale valeva la pena fermarsi. E non solo alla favola si attiene il racconto. La verità permea l’andamento dello spettacolo, quella storiografica di un personaggio realmente esistito, uno spietato uxoricida il cui nome echeggia ancora nel mondo sotto il ricordo fantastico di Barbablù.
«Barbablù è un topos della cultura occidentale e non solo – scrive Moni Ovadia nelle note di regia -, più e più volte raccontato a cominciare dalla favola di Perrault. La sua vicenda è stata rappresentata in molteplici forme artistiche. Questa volta la scrittrice e drammaturga Costanza Di Quattro ha scelto di rappresentarla con una scrittura intensa che alterna un’espressività cruda a momenti di lirismo nella forma di un monologo/confessione affidato ad un interprete prodigioso, che alterna la recitazione narrativa al canto, alle forme del cunto della tradizione siciliana di cui Incudine è maestro. La scelta di affidare ad un simile uomo di teatro il ruolo, orienta l’impostazione registica. Sul palco insieme al protagonista c’è Antonio Vasta, un formidabile polistrumentista che incarna e riverbera nel suo agire musicale le emozioni, le pulsioni e i deliri, e li restituisce incessantemente con una scarna ritualità. La scena è immersa in un clima “gotico” e le donne di Barbablù sono istallazioni/simulacri ideati da Elisa Savi a significare che il femminicida per antonomasia non può concepire l’identità femminile nella sua dignità, non può pensare una relazione con il mondo femminile ma solo sottomissione ad uno schema costruito da lui in modo ossessivo nel quadro del suo inopponibile dominio. Il flusso tumultuoso della confessione di Barbablù – che si concede talora all’intimismo di fronte alla memoria dell’unica donna amata, Iris, bellissima, dolcissima, sottomessa, perfetta, che cionondimeno lui uccide per averla sua per sempre – si alterna a tre momenti di straniamento attraverso i quali, uscendo di scena, il “mostro” si riconosce come tale e ci ammaestra sulla cultura che genera i Barbablù, e continua a generarli».
La stagione “Flussi continui” del Teatro Garibaldi di Enna prosegue martedì 10 dicembre alle ore 20.30 con “Figlie di E.V.A.” che vede in scena Grazia Giardiello, Maria Grazia Cucinotta, Vittoria belvedere e Michela Andreozzi in una commedia divertente sulla capacità tutta femminile di allearsi, nonostante tutto.
BARBABLU’
di Costanza Di Quattro
Con Mario Incudine
Musiche Mario Incudine eseguite dal vivo da Antonio Vasta
Scene e costumi Elisa Savii
Luci Daniele Savi
Regia Moni Ovadia
Regista collaboratore Giampaolo Romania
Le voci fuori campo sono di Marianella Bargilli, Roberta Caronia, Lella Costa, Elisa Di Dio, Mirella Mastronardi, Elisabetta Pozzi, Amanda Sandrelli, Silvia Siravo, Pamela Villoresi
Produzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano
In collaborazione con Teatro “Leonardo Sciascia” di Chiaramonte Gulfi, Teatro “Nino Martoglio” di Belpasso , Teatro Pubblico Ligure, Asc Production, Videobank
INFORMAZIONI
Biglietti
Platea 20 euro, Palchi centrali 17 euro, Palchi laterali e galleria 14 euro
Botteghino Martedì, giovedì e venerdì ore 10- 13; Lunedì e mercoledì ore 16-18
tel. 093540542 – 40539
Biglietteria on line: liveticket.it
I biglietti del Teatro Garibaldi
possono essere acquistati utilizzando il Bonus Cultura: 18app e Carta Docente
Ufficio stampa
Lavinia D’Agostino
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