Il 28 agosto, al Bagno Arabo, l’ultima rappresentazione nei luoghi del Parco di Himera, Solunto e Monte Iato. In scena l’attrice Elisa Di Dio (con lei la danzatrice Cristina Di Mattia) è la creatura del Mito nata per spiegare l’alternanza delle stagioni e che nella lettura del poeta greco è ambigua, sfuggente, divina ma anche profondamente umana. Una produzione Compagnia dell’Arpa con la regia di Filippa Ilardo
E’ dal Mito con cui i greci spiegavano l’alternanza delle stagioni che viene fuori la figura femminile ambigua, sfuggente e divina allo stesso tempo, con cui si conclude la programmazione di “Visione Meridiana”, il progetto artistico dedicato all’uomo mediterraneo ideato da Aurelio Gatti e Vito Meccio e promosso dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana.
Domenica 28 agosto alle ore 21 (ingresso libero fino ad esaurimento posti, prenotazioni WhatsApp 3519072781) sarà il Bagno Arabo di Cefalà Diana, l’unico complesso termale di tipo islamico in Sicilia dichiarato Patrimonio Unesco, ad ospitare “PerSéFone” ultimo spettacolo del progetto culturale realizzato dalla Cooperativa Agricantus di Palermo e da Estreusa di Caltanissetta con il sostegno della rete nazionale dei Teatri di Pietra, per valorizzare attraverso lo spettacolo dal vivo i luoghi del Parco di Himera, Solunto e Monte Iato.
Con la regia di Filippa Ilardo, la produzione della Compagnia dell’Arpa vede in scena l’attrice Elisa Di Dio e la danzatrice Cristina Di Mattia, che faranno rivivere il mito della fanciulla che Ade, signore degli Inferi, sottrasse con la forza alla madre, la dea Demetra. La dea riuscirà a fare tornare la figlia sulla terra, ma solo per sei mesi all’anno. I greci spiegavano così il ciclo delle stagioni, a suggellare la protezione della dea madre sulle attività agricole: ma oltre la dimensione essoterica, un significato misterico presiede alla narrazione del viaggio della fanciulla su e giù dagli Inferi. Questa dimensione veniva celebrata dai misteri eleusini e riservata a un ristretto gruppo di iniziati. Il mito vive fra le terre di Enna e la Grecia consacrando il legame profondo esistente fra aree diverse della enclave mediterranea. Numerosi autori antichi e contemporanei hanno cantato questa storia, tradotta in opere d’arte immortali, letterarie e non solo.
Fra le voci poetiche più struggenti, vi è sicuramente quella di Ghiannis Ritsos, primo riferimento per la pièce con “transiti testuali” da Omero, Cicerone, Diodoro Siculo, Ovidio, Claudiano. Per il poeta greco, Persefone è una donna di età indefinita, rimasta fanciulla solo nella memoria. È una creatura che ha attraversato la soglia dell’indicibile e una serie infinita di metamorfosi e ridefinizioni di sé: Il mondo dei morti, l’infanzia, la trasformazione del suo corpo, il desiderio e la violenza. È una donna che ha una pallida memoria del suo essere stata dea e che, contrariamente a quanto narra il mito, è attratta dal desiderio maschile. Persefone racconta a Ciane i turbamenti. È una riflessione la sua, sulla consapevolezza progressiva della complessità delle azioni e dei pensieri umani, di quanto sfumati siano i concetti di bene e male. Persefone odia la luce, ama l’ombra, il via vai di corpi che giunge nella sua casa. È ambigua, sfuggente, divina, profondamente umana nel perdono e nelle scelte.
INFORMAZIONI
L’ingresso è gratuito, fino ad esaurimento posti. E’ consigliata la prenotazione via WhatApp al numero 3519072781.
Bagno Arabo Strada Provinciale 77, 15, Cefalà Diana (Pa)