Grazie al progetto socio-culturale, che vede come capofila Zō Centro Culture Contemporanee di Catania, il musicista torinese (prima del concerto serale nel centro culturale) è andato nella sede della coooperativa sociale a San Giovanni Galermo, per incontrare i ragazzi che, attraverso una serie di suoni urbani poi rielaborati, hanno contribuito alla nascita del brano di Casacci “The sound of Balatelle”
Un clacson di un’automobile diventa alla fine una sorta di trombone che tiene la linea armonica del brano, dei pugni su una porta di ferro diventano la linea di basso, la voce di Nino che dice “Zitti, zitti” non c’entra nulla ma alla fine resta perché dà un tocco di colore in più. “The Sound of Balatelle” nasce così. “The sound of Balatelle” è il brano del musicista torinese Max Casacci (noto per essere cofondatore dei Subsonica), nato sulla scia dell’ultimo album di Casacci “Urban Groovescapes” realizzato con i “rumori” delle città, e concepito con i suoni del rione omonimo alla periferia di Catania registrati dai ragazzi della Cooperativa sociale Onlus Prospettiva di San Giovanni Galermo, grazie ad un laboratorio musicale che fa parte del progetto “Chalermo” finanziato dal Ministero della Cultura attraverso l’iniziativa “Palcoscenico Catania, la bellezza senza confini!” promosso dal Comune di Catania. Il progetto vede come capofila Zō Centro Culture Contemporanee di Catania, in collaborazione, oltre Prospettiva, anche con l’associazione Darshan, l’associazione Culture Possibili, il collettivo multidisciplinare Mammasonica e la compagnia teatrale francese Cie AnteprimA.
Casacci, insieme con il fonico Ted Martin Consoli, nella mattinata del 9 dicembre è andato a trovare i ragazzi di prospettiva nella loro sede di San Giovanni Galermo, per ascoltare per la prima volta il brano nella versione remixata, confrontarsi su tutti i passaggi che ne hanno garantito la nascita, primo atto della lunga giornata catanese che lo ha visto di sera protagonista da Zō Centro Culture Contemporanee dell’apertura della rassegna Partiture. E “The sound of Balatelle”, nato grazie ai suoni ambientali del rione registrati dai ragazzi catanesi per poi essere intonati e processati in forma di linee di groove e riff melodici, è stato suonato per la prima volta in assoluto proprio da Zō. «Quando ricostruisci strumenti immaginari, non devi avere pregiudizi, l’importante è che funzioni dal punto di vista del suono – spiega Casacci ai ragazzi di Prospettiva -. Nel ricostruire il brano poi devi tenere conto dell’ambiente e l’ambiente siete voi. Il suono di questo borgo, con un’anima che io percepisco “latin”, lo avete dato voi. Ho mantenuto gli elementi raccolti da voi in maniera documentaristica, il resto è una ricostruzione immaginaria di un genere legata ad un contesto. Oggi andremo a cercare le fonti ora specifiche di Balatelle perché alcune cose sono state prese da un contesto catanese più ampio (leggi la Fiera ndr)». Il contesto dove andare a cercare nuovi suoni è diventato il vicino mercatino settimanale tra le variopinte grida dei venditori.
Sergio Zinna, direttore artistico di Zō: «Chalermo, che è uno degli antichi nomi di San Giovanni Galermo, quartiere periferico della parte nord di Catania, è un progetto multidisciplinare di rivitalizzazione urbana e utilizza linguaggi culturali e performativi anche con degli scopi sociali. In questo caso il quartiere di indagine è proprio quello di San Giovanni Galermo e la nostra partnership principale è con la cooperativa Prospettiva, da anni attiva sul territorio e che svolge un lavoro eccellente sia con i ragazzi del quartiere sia con ragazzi migranti. Un progetto che lavora su vari profili, quello teatrale, quello musicale, quello narrativo. Questa attività di file recording, la registrazione d’ambiente sul campo, è un lavoro di ricerca sonora molto interessante e innovativa che poi diventano pezzi musicali veri e propri realizzati senza strumenti grazie a Max Casacci che diventa un prodotto originale».
I ragazzi della cooperativa Prospettiva coinvolti nel progetto sono Nino Nicolosi, Ivan Indice, Gabriele Riolo, Luca Di Mauro, Raffaele Strano, Andrea Litrico e Giuseppe Di Bella. L’educatore della cooperativa Prospettiva che ha seguito i ragazzi in questo laboratorio è il musicista Daniele La Martina: «Coordino il laboratorio musicale di Prospettiva da alcuni anni, i ragazzi già li conoscevo, abbiamo fatto sempre un lavoro sia sulla musica strumentale, sia sulla musica elettronica. La musica elettronica ha più presa su certi ragazzi, è anche più intuitiva e non servono particolari doti e esperienza musicale per realizzare piccole tracce audio, ed è una cosa che li gratifica di più».
«Max Casacci? Non lo conoscevo, i Subsonica sì li ho sentiti nominare ma non li ascoltavo, nel mio quartiere chi li deve conoscere?» ammette il 18enne Nino Nicolosi. All’opposto Ivan Indice conosce bene la storia di Casacci e dei Subsonica: «Sono un fan da quando ero ragazzino». Ma anche Nino si è appassionato poi a “The sound of Balatelle”: «Mi piace, un brano che si può ballare». E per Nino il ballo è importante visto che è un appassionato di “Stoccata catanese”, la urban dance nata in una barberia di Librino ed oggi virale sui social come Tik Tok. «I nostri ragazzi hanno seguito vari percorsi di vita e di formazione, e per noi è meglio così visto che lavoriamo molto sull’inclusione – conclude La Martina -. Il fatto di avere a che fare con un musicista famoso ha spinto i ragazzi a sperimentare di più e andare oltre i propri limiti».